CASERTANO: DAL MATESE AL VOLTURNO

Area storico-geografica, nota come Terra di Lavoro, tra le più estese d’Italia (il cui toponimo, secondo i più, deriva dall’antica popolazione dei Leporini) già dipartimento del regno delle Due Sicilie, ha seguito negli anni i vari riassetti amministrativi che ne hanno ridotto l’estensione. Attualmente il territorio coincide con la provincia di Caserta, che parte dai margini della Pianura Campana per arrivare ai piedi dei rilievi del massiccio calcareo del Matese, così da racchiudere tutti i caratteri geomorfologici della regione.
La fertilità dei terreni vulcanici e di quelli di bonifica favorisce l’agricoltura che costituisce tuttora la principale risorsa economica.
Con tre Comunità Montane, due Parchi Regionali, tre Riserve Naturali e 25 siti di Interesse Comunitario, il Casertano si propone come territorio suddivisibile in tre aree principali: Alto, Medio e Basso Casertano.
L’area di interesse del progetto parte dal Matese e diventa prevalentemente pianeggiante nella piana alluvionale del Volturno.
Quest’ultima è poi saldata alla pianura napoletana dalla dorsale calcarea del monte Massico, dal grande apparato vulcanico di Roccamonfina e dalla pianura del Garigliano. Cospicue le sorgenti di acque minerali.

riti antichi e musici medievali

Le comunità comprese tra il tracciato dell’antica Casilina e le pendici del Matese conservano una serie di eventi dove tradizione e originalità costituiscono una stimolante offerta per il turista curioso e attento.
Suggestiva la sfilata medievale con relativo palio tra contradaioli che si svolge a Mignano Monte Lungo, la sagra dei formaggi di S. Pietro e la sagra dei sapori contadini con rivisitazione degli antichi mestieri di Teano. Nel solco della tradizione sono da ascriversi le rievocazioni storiche della Fiera della Madonna di San Giovanni a Pietramelara ed il carnevale settecentesco di Piedimonte Matese.
Molto coinvolgente il corteo storico con sbandieratori nell’ambito di Vairano 1193 che rievoca l’orgogliosa resistenza che offrì la locale comunità normanna agli appetiti espansionistici dell’allora abate di Montecassino. Infine il Palio della Vittoria degli Arcieri normanni, con i balli e i canti dei musici medievali, animano per una giornata l’antico borgo.
Originalissima con distinte e antiche radici è la “Festa dei cornuti” di Ruviano, un curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, dove gli associati sfilano l’11 novembre, in occasione della festa di San Martino, coraggiosamente in processione per le strade del paese, con monumentali corna sulla testa.

prodotti tipici e biodiversità

Nel Casertano gusto e sapore si coniugano ad una consolidata tradizione rurale che custodisce una varietà straordinaria di produzioni tipiche agroalimentari ed enologiche. Anche se vanta meno produzioni certificate, rispetto alle altre aree, tra le tipologie produttive tipiche spiccano la castagna, le ciliegie, l’olio extravergine di oliva delle colline matesine e caiatine, i formaggi pecorino e caciocavallo (quello silano di San Gregorio Matese, Castello Matese, Letino, Valle Agricola ha meritato il marchio DOP).
Le diverse varietà di vitigni hanno dato origine a tre vini DOC (Asprinio di Aversa, Galluccio e Falerno del Massico), mentre il sorprendente Pallagrello, conosciuto fin dall’epoca romana nelle sue zone di elezione di Caiazzo e Castel Campagnano ed a lungo confuso con il Coda di Volpe, è stato recentemente protagonista di una meritata fortuna commerciale.
Da non dimenticare le cipolle di Alife che da sole motivano una tappa gastronomica.
Infine la biodiversità in questa zona ci conserva un sontuoso regalo: maialino nero casertano, “’o tianiello” (cioè, di Teano) o “pelatino” (per la sua peluria rasa). Un suino dalle carni eccezionali (tanto da essere paragonato al più blasonato iberico patanegra) già segnalato dal maestro Luigi Veronelli, quando ne parlò negli anni ‘60 citando la “salsiccia alla sugna di Vairano”, il “salame nero” di Baia e Latina, e le “salamine” di Piedimonte.