L’artigianato della paglia trova la sua ragion d’essere soprattutto in quelle aree che presentano un’economia a vocazione preminentemente agricola, riallacciandosi a credenze ed usanze popolari di buon auspicio per il raccolto, alla volontà di affidarsi alla protezione della madre terra ed ai festeggiamenti di ringraziamento per il raccolto abbondante. I “gigli” o carri, ossia gli obelischi creati dall’intreccio delle singole spighe su una struttura di legno slanciata verso l’alto, sono il momento di massima espressione di questa religiosità popolare. L’obelisco è solo la sintesi di un rituale che nasce e si consolida nel lavoro dei campi, in una vita scandita dai ritmi delle stagioni ed ognuno di essi ha una sua storia di pagana memoria. Ai tempi della semina, del raccolto, della mietitura si intersecano i riti di propiziazione e quelli di ringraziamento ed è appunto questa la funzione della torre di paglia che, nel tempo, ha acquisito anche la valenza cristiana di devozione al Santo patrono. Un artigianato, quello legato alla lavorazione della paglia, carico di fascino e suggestioni, che unisce la perizia artistica ad una forte connotazione storica ed antropologica ed oggi è fortemente sentito nei comuni di Mirabella Eclano, Fontanarosa, Flumeri e Villanova, per quanto riguarda l’Irpinia, mentre per il Sannio, vanno menzionati i comuni di Colle Sannita e Foglianise.