La lavorazione del ferro e dei metalli ha radici antichissime ed è documentata, in Irpinia e nel Sannio, sin dalla fine dell’VIII secolo, e si è successivamente consolidata in epoca medievale. Da sempre, gli artigiani del ferro hanno prodotto attrezzi per il lavoro agricolo o per la caccia: armi; armature; ed oggetti di uso quotidiano, realizzati con l’esclusivo utilizzo di strumenti da loro stessi fabbricati, come il martello, l’incudine, le tenaglie, le pinze. Gli originali e assai delicati lavori in ferro battuto, realizzati dagli artigiani irpini, soprattutto quelli di Ariano Irpino, Fontanarosa e Conza della Campania, sono retaggio di questa cultura tanto antica. Con l’avvento della produzione industriale, però, gli artigiani, soprattutto quelli residenti nelle zone più interne, hanno modificato il proprio lavoro, affiancando ai tradizionali utensili, nuovi stili e nuove forme per oggettistica da arredamento e regalo. Sopravvivono, ancora oggi, aziende artigiane che praticano la lavorazione a mano del ferro. Il lavoro del fabbro è un mestiere molto duro e faticoso e necessita di tanta passione e, soprattutto, di una notevole abilità tecnica coniugata con altrettanta capacità creativa. Tutte le fasi di lavorazione sono eseguite personalmente e unicamente dal titolare che è il vero e proprio “artista”. Il ferro battuto prende forma nel momento stesso in cui viene battuto, in una sorta di magia creativa: ferro informe, lavorato sull’incudine a freddo o a fuoco di forgia, che si anima sotto i colpi sapienti del maestro che, con il martello, scrive nuove pagine di arte.