Con molto piacere desidero parlarvi di uno dei borghi più ammirevoli della costiera amalfitana: Atrani, luogo magico da cui sono rimasta totalmente ammaliata ed incantata. Stretta tra i monti ed il mare in un particolarissimo contesto naturale ed architettonico, Atrani presenta ancora quasi intatte le tracce del suo passato. La sua è una storia antica fatta di miti, di cultura popolare, di scorci suggestivi e vicoli ciechi.
In un simile e suggestivo , in grado di evocare fantasie e suggestioni, si inserisce una delle leggende più antiche di questo affascinante borgo, che ho avuto modo di ascoltare personalmente da una ragazza del posto, nonché una mia cara amica. Il racconto ha come protagonista Masaniello: personaggio a metà tra storia e leggenda, e in particolare la sua fuga in una delle cavità del monte Aureo per scampare all’ inseguimento dei gendarmi del viceré di Napoli. La grotta, che ancora porta il suo nome, si trova in uno dei punti più belli del paese e vicino alla chiesa di S. Maria del Bando.
Proprio da questa leggenda, da come mi è stato dettagliatamente raccontato, prende le mosse un evento-spettacolo: “Atrani teatro aperto”, realizzato nel mese di agosto, con l’intento di riportare alla luce una parte della coscienza popolare del paese e rinvigorire il legame tra il borgo e le sue tradizioni. La scelta di dedicare uno spettacolo teatrale alla figura storica di Masaniello non è dunque casuale, ma si propone di riportare in salvo la portata mitica delle radici atranesi, recuperandone la dimensione leggendaria attingendo all’enorme bacino di tradizioni, credenze e miti che formano la coscienza popolare di Atrani e che servono a valorizzare passato e presente.