Il Museo della carta di Amalfi è un’ex cartiera trasformata in museo nel 1969 per volere di Nicola Milano, proprietario della cartiera ed appartenente ad una delle famiglie amalfitane famose per essere state operanti nella produzione e fabbricazione della carta di Amalfi. Il museo, situato nella valle dei Mulini, nella parte interna della città, ospita i macchinari e le attrezzature (opportunamente restaurati e perfettamente funzionanti) impiegati nell’antica cartiera per realizzare la carta a mano.
Al primo piano sono stati allestiti, inoltre, un’esposizione di fotografie e stampe documentaristiche e una biblioteca a tema contenente libri sulle tecniche di produzione, a testimonianza dell’importanza assunta da questo manufatto nella storia della repubblica marinara.
Amalfi è nota per la lavorazione dell’antica carta a mano, chiamata “bambagina” perché vellutata al tatto, fatta di pura cellulosa, morbida come la pelle di un bambino. La sua origine affonda nel Medio Evo, quando i mercanti amalfitani che navigavano verso i porti del Mediterraneo appresero dagli arabi il metodo di lavorazione della carta più a buon mercato della pergamena.
La lavorazione della carta a mano consisteva nelle seguenti fasi:
La materia prima era costituita dai cenci di cotone, lino e canapa, che venivano raccolti in apposite vasche di pietra dette “pile” ed erano triturati e ridotti in forma di poltiglia mediante una serie di magli di legno, alla cui estremità erano sistemati dei chiodi in ferro. La forma e le dimensioni di questi chiodi determinava la consistenza della poltiglia e, quindi la grammatura o spessore dei fogli di carta. Il movimento dei magli era generato dalla forza dell’acqua.
Una volta preparata la poltiglia, veniva raccolta in un tino che consisteva in una vasca rivestita di maioliche. Nel tino poi si calava la “forma”, che aveva la bordatura in legno (cassio) e la filigrana nel mezzo, composta da una fitta rete di fili di ottone o bronzo. La filigrana conteneva i marchi di fabbrica, che servivano a contraddistinguere i vari cartari. Una volta prodotto il foglio, questo si poneva ad asciugare su dei panni e si aspettava la sua asciugatura, che variava in base alle condizioni metereologiche e/o ambientali.