Nel cuore dell’Irpinia nei territori del Termino Cervialto e della valle dell’Ufita incontriamo, tra gli altri, i comuni di Fontanarosa, Mirabella Eclano, Grottaminarda e Ariano Irpino. Il primo adagiato nella valle del Calore, alle pendici del monte Capo di Guadio è uno dei più caratteristici borghi della provincia irpina. Il paese conserva ampia parte delle sue tradizioni folcloristiche (fra tutte la tirata del Carro) ed artigianali (la lavorazione della pietra locale), arricchiscono la sua valenza storica ed architettonica anche alcuni dei suoi luoghi di culto come la Chiesa di S. Maria della Misericordia e la Chiesa di San Nicola. La chiesa di Santa Maria della Misericordia, venne edificata tra il 1903 ed il 19203, conserva il suo ricco portale in pietra e l’edicola riportante il dipinto dell’Angelo dell’Annunciazione. Le tre navate, che ne strutturano l’interno, conservano l’altare seicentesco e le statue dei Santi Biagio, Antonio e della Vergine; tra i dipinti citiamo la tela raffigurante L’Assunzione della Vergine, opera del Maestro Arnaldo de Lisio e l’affresco del soffitto, dipinto da Francesco Uva. La chiesa di San Nicola con la sua monumentale facciate, risale al XIII secolo, all’interno possiamo ammirare un dipinto di Giuseppe Tomaioli (1750) raffigurante la Vergine della Misericordia. Proseguendo, inoltrandosi nel territorio della valle dell’Ufita, incontriamo Grottaminarda, con la Chiesa di Santa Maria Maggiore (1478), che conserva numerosi dipinti settecenteschi del Sarnelli; Mirabella Eclano, con la monumentale Colleggiata di S. Maria Maggiore ( XII sec.), al cui interno troviamo, tra le opere di particolare interesse, il suggestivo Crocifisso ligneo, di scuola napoletana, ed alcuni dipinti del Ricciardi; arriviamo, poi, ad Ariano Irpino, il comune più grande della provincia. La comunità arianese si raccoglie intorno alla Cattredale dell’Assunta, riedificata a metà del 500, conserva la sua imponente facciata. L’interno custodisce numerose opere di valore votivo ed artistico come i dipinti di Saverio Persico (1700), raffiguranti gli Apostoli, il suggestivo battistero, il fonte battesimale dell’IX secolo, l’avambraccio, rivestito d’argento, di S. Ottone, un reliquiario del XV secolo contenente le Sacre Spine (dono di Carlo d’Angiò), l’ostensorio del Vannini (1452) ed una preziosa tela del Cobergher (1590) raffigurante l‘Annunciazione.