Cetara mi ha accolta nel tardo pomeriggio e sembrava lì quasi silenziosa ad aspettarmi. Piccola e calma sembra quasi abbracciarti e cullarti. La sua spiaggetta caratteristica ti invita a fermarti un attimo e a riflettere: il mare a Cetara sembra quasi impalpabile, le sue onde non si battono con forza sul bagnasciuga ma lo accarezzano dolcemente e mentre sei lì seduto tra i piccoli sassi guardi poco più in là i pescatori che terminano la loro giornata, accompagnati dagli ultimi raggi di sole che si tuffano in mare, dando vita ad un tramonto bellissimo, che Cetara come un pò tutti i paesi della Costiera ti regala senza se e senza ma.
Scoprendo la tradizione della colatura di alici, tipica di Cetara ti rendi ancora una volta conto, così come a Vietri, che il tempo in questi luoghi non ha scalfito la volontà di tramandare quella che è l’identità della propria terra attraverso saperi antichi e tradizioni secolari. Negli occhi degli artigiani, nelle mani operose delle anziane, nella voce appassionata di tutti gli abitanti di questi luoghi: pescatori, commercianti, anziani capisci che il valore delle cose risiede nella semplicità dei gesti che si tramandano da anni con amore, ma che necessitano, per continuare a tramandarsi, di essere conosciuti e comunicati.
Secondo il mio modo di vedere e sentire le cose, questo rappresenterebbe l’unica fonte di salvezza da un mondo odierno asettico e meccanico.