Chi non sogna, almeno una volta nella vita di visitare la magica terra veneta, avendo magari la possibilità di sorseggiare pregiati vini del luogo o provenienti da tutta Italia?
Pochi giorni fa ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza che si è rivelata unica ed elettrizzante. Verona mi ha accolta con una delle manifestazioni più importanti e significative in cui, edizione dopo edizione, la parola d’ordine resta sempre e solo: vino. Quattro lettere che racchiudono un significato ricco e di gran lunga più complesso fatto di sapori, odori, tradizioni e italianità.
La cinquantesima edizione di Vinitaly si è rivelata ancora una volta un vero e proprio successo soddisfacendo gusti e aspettative, non solo degli addetti ai lavori. La manifestazione ha infatti permesso agli amanti del vino, ma anche a chi come me, non possiede spiccate conoscenze in materia enologica, di lasciarsi trasportare in un mondo piacevole e succoso, inebriandosi di sapori estasianti per il palato.
Come non restare affascinati da un evento che lascia nella mente di chi ci è stato il ricordo del ritmo frenetico e dinamico che anima e scandisce gli attimi vissuti tra i singoli padiglioni: vera essenza di regioni e luoghi di inestimabile ricchezza. Tra un sorso e l’altro, al suono di calici di vetro, si ha come l’impressione di attraversare l’Italia da nord a sud. Un viaggio emozionante tra vigneti autoctoni, filari di viti e grappoli d’uva, espressione di una tradizione intramontabile conosciuta in tutto il mondo.
Ed è sul calar della sera che le membra si abbandonano e si lasciano cullare dal tramonto mozzafiato sulle verdi distese venete, dopo che il soave nettare degli dei ha nutrito mente e spirito di ogni curioso viaggiatore.